Le 3 “cure” per l’infelicità (parte seconda): l’eterno cambiamento
L’unica cosa certa ed eterna sulla terra è il cambiamento
L’unica cosa certa ed eterna sulla terra è il cambiamento. Si dice che anche l’amore sia eterno… questo significa che è un sentimento in continuo cambiamento!
Quando l’amore è inteso come disponibilità ad abbracciare nell’ambito della propria vita quella degli altri (ed è così che cerco da sempre di svolgere il mio lavoro) allora l’amore non è più solo un sentimento ma diviene un fine importante dell’esistenza.
Il cambiamento fa parte della vita e non va vissuto come un ostacolo da superare: “vorrei cambiare ma questa cosa mi è difficile”… Abbiamo sentito questa frase così tante volte.
Quante volte avremmo voluto modificare il corso della nostra vita o, semplicemente, raggiungere un obiettivo come per esempio migliorare il nostro lavoro o anche solo trovare il tempo per fare una passeggiata. Le persone nel mio studio ripetono spesso frasi simili, sottolineando l’insoddisfazione per schemi ed abitudini che rendono monotona la loro vita quotidiana.
Lasciare tutto per un cambiamento radicale e deciso? O per cambiare almeno qualcosa?
Una volta raggiunta la consapevolezza che quello che stiamo facendo non ha più senso, anche se lo ha avuto fino a ieri, scatterà la molla del “risveglio”, come un allarme che avevamo impostato, ma che non ricordavamo a che ora avrebbe suonato.
“Se lascio quello che ho, sono perduto”, questa è una convinzione di molti che porta poco lontano.
Ogni cambiamento implica una grande dose di coraggio visto che si aprono le porte a paure ed incertezze circa l’adattamento a nuove condizioni, ma niente di tutto questo è paragonabile allo sforzo fisico ed emotivo che facciamo per convincerci che siamo nel benessere e nella sicurezza, pur di non cambiare… sapendo che stiamo mentendo a noi stessi.
È più facile trovare spiegazioni e scuse vane anziché decidere ed individuare un nuovo obiettivo ed imboccare la strada per raggiungerlo.
Molti sono coloro che si trovano a vivere in una realtà in cui ciò che conoscono li tranquillizza, vivono all’interno di un contesto conosciuto anche se non sono felici al di là del quale tutto sembra ancora più minaccioso.
È vero che possono essere questioni scomode o difficili, ma è proprio questo il senso e la necessità del cambiamento per quanto riguarda certi aspetti della vita, grandi o piccoli, più o meno importanti. Rimanere dove le cose sono comode e convenienti oltre che sicure non è un percorso dignitoso e non basta la consapevolezza di voler cambiare.
Lasciare il certo per l’incerto e seguire il proprio istinto non è così facile soprattutto quando ci inventiamo uno, cento, mille impedimenti come ad esempio la paura di sbagliare, il giudizio della famiglia o degli amici o, perché no, una sorta di pigrizia; il ragionamento è sempre il solito: è più facile farsi cullare dai sogni e dalle speranze piuttosto che prendere in mano una situazione.
Il divieto assoluto è lasciarsi dominare da tutto questo perché nel tempo potrebbe diventare pericoloso. La paura è cattiva consigliera.
Ma se non corriamo il rischio non raggiungeremo mai le attitudini necessarie per essere coraggiosi, per metterci in gioco ed avere il controllo della nostra vita.
Mettersi in gioco significa vivere pienamente, ed una vita piena (non mi riferisco agli impegni quotidiani) è fonte di gioia, serenità ed appagamento.
La vita è fatta anche e soprattutto di benessere, salute, di affetti, di sogni realizzati e di tutte quelle cose che avremmo sempre voluto fare e che magari non siamo mai riusciti a raggiungere.
Anche gli esperti ci dicono che il cambiamento è una decisione difficile da prendere e da accettare, ci mettono subito con le spalle al muro, incrementando le paure… poi arriva il giorno in cui la decisione sarà maturata ed i primi a sorprendersi saranno proprio i protagonisti, coloro che hanno scelto di cambiare.
In realtà ritengo che un futuro assodato sarebbe sconvolgente. Avere a portata di mano un orizzonte in continuo cambiamento non è secondo voi la gioia più grande?
Vorrei sottolineare che i cambiamenti non sono solo quello che vorremmo fare, alcuni non dipendono neanche dalla nostra volontà, tanto da coglierci in contropiede.
Dobbiamo essere consapevoli che tutto cambia, si trasforma e se riusciamo a capire questa cosa il gioco è fatto ed un altro passo verso la felicità sarà compiuto.
Vi renderete conto che i cambiamenti sono un messaggio chiaro che porta con sè il significato di opportunità.
Proprio così, tutto cambia ed a volte sembra così strano da farci assalire dalla rabbia.
Non troviamo una risposta al perchè del cambiamento verificatosi e, soprattutto, cerchiamo una spiegazione che nessuno ci saprà dare.
Le cose cambiano all’improvviso nel bene e nel male.
Mi rendo conto di questa cosa quando arriva un paziente in ambulatorio che mi dice: “Fino a ieri facevo tutto… non ho mai avuto problemi… poi ho fatto un movimento brusco ed eccomi qua!
Non mi do pace per questa cosa. Ma è possibile!?”
Provo a scherzarci un po’ per sdrammatizzare dicendogli:
“Certo che è possibile, se è accaduto significa che è possibile! Potrei dire che non fa piacere, ma se è andata così significa che rientrava nelle tante variabili che la vita ti ha messo davanti. In fin dei conti questo non è neanche così grave, pensa che una persona morta fino ad un secondo prima era viva!!! Le cose cambiano all’improvviso e continuamente”
Ma a questo non pensiamo mai.
Nessuno può fornire una ricetta medica grazie alla quale poter ottenere la propria dose di felicità perché l’unica possibilità che abbiamo è quella di crearcela, qui ed ora.
Dobbiamo lasciare che ci travolga, cogliere l’attimo. Quante volte ho sentito dire che ogni giorno che passa è definitivamente perduto, lasciando dietro di sé solo l’eventuale strascico del rimpianto se non addirittura del rimorso.
Coloro che vivono sereni sono quelle persone che invece di proiettare i loro bisogni in un futuro imminente si concentrano su quello che stanno facendo, sono vigili e riescono a cogliere al volo quelle occasioni che si dice passino una volta sola e che potrebbero influenzare il decorso della vita.
Le gioie della vita sono ora, sperare nel futuro è fonte di ansia, crea una preoccupazione costante e rimandare a domani ciò che potremmo fare oggi è deleterio.
Non dico che sia cosa facile, ma dovremmo cominciare ad imparare ad allenare la nostra mente, eliminando almeno in parte, se non del tutto, i pensieri che ci riconducono al passato o ci proiettano nel futuro.
Facciamoci caso, siamo sempre concentrati sui rimorsi di ciò che è stato o sugli impegni di domani, abilissimi a rivivere il passato e ad immaginare il futuro, tanto da farci sfuggire la bellezza di questo preciso istante.
Bisogna essere consapevoli di ciò che siamo, di quello che abbiamo e di quello che ci circonda… Prendere coscienza di noi stessi, porre attenzione ai dettagli, ai rumori, ai suoni, a tutto ciò che normalmente non afferriamo e che passa inosservato.
Tutte queste cose ieri avevano un significato, scatenavano in noi certe sensazioni, oggi le medesime situazioni ci danno nuove emozioni e domani ce ne daranno altre ancora.
Vanno vissute tutte, ogni momento è unico e non si vive di ricordi, pur belli che siano, né tantomeno di aspettative.
Nel mio lavoro non posso pensare che, se un trattamento di qualche giorno fa su un paziente ha avuto effetto positivo, ripetere le stesse cose darà gli stessi risultati: sarebbe troppo monotono ed allo stesso tempo troppo facile!!!
Ogni trattamento va vissuto, inventato, creato sul momento in base all’energia del presente e quando al termine della seduta fisioterapica/osteopatica il paziente mi chiede come starà l’indomani, la mia risposta è sempre la stessa: “Non lo posso sapere! Domani chiamami che sono curioso!!!… Intanto potresti dirmi come stai adesso!!!”.
Ritengo uno spreco di energia cercare di modificare ciò che oramai non si può cambiare o programmare ciò che supponiamo possa accadere.
Possiamo però, grazie alle esperienze di vita trascorse, creare ed inventare ciò che desideriamo, cosicché il futuro possa essere il nuovo presente.
Concentrarmi su ciò che accade adesso mi dà la sensazione di vivere ogni secondo della mia vita nella sua totale pienezza donandomi l’impressione di non sprecare il tempo.
È grazie alla concentrazione, dote da migliorare di continuo, che nasce questa capacità di afferrare l’attimo presente e che ci dimostrerà in modo evidente se la nostra è “vera vita” o semplice “sopravvivenza”.
Decidete voi se sia più facile vivere o sopravvivere.
E adesso sei concentrato o con la testa tra le nuvole?
“Oggi” è l’unica realtà che si può toccare, gustare, apprezzare. Ora, sei immerso nella lettura di queste righe o stai già pensando a quelle che verranno?
Se la tua mente non è qui adesso ancora un altro attimo ti sarà sfuggito.
Se parcheggi la tua mente in un tempo diverso dal presente non ti sarà possibile prendere decisioni capaci di migliorare la qualità della tua vita.
Quindi ripeto: qui ed ora.
Esistono due categorie di persone: quelle che guardano le cose accadere e quelle che le fanno accadere.
Mi spiego meglio. Nel primo gruppo ci sono le persone che quotidianamente fanno le stesse cose e sono convinte che più abitudini mantengono, meno devono pensare, perché in questo modo riducono il numero di decisioni da prendere. Non si chiedono mai se queste abitudini li stanno aiutando a raggiungere velocemente quello che vogliono o rallentano il loro cammino. La cosa “simpatica” è che continuano a fare le stesse cose aspettandosi risultati diversi!!!
Quel che c’è da dire però è che sono persone coerenti e se qualcosa non va, meglio non farla andare peggio!
Rimangono sempre più passivi e rendono, senza saperlo, la loro situazione sempre più difficile da risolvere.
Si svegliano tutti i giorni senza sorridere ed arriverà il giorno in cui diranno: “È troppo tardi ormai, avrei dovuto farlo prima”.
In soldoni questo gruppo è formato da tutta quella gente che sostiene: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che perde, ma non sa quello trova”.
La staticità è la loro fedele compagna e non si rendono conto che l’essere passivi equivale alla morte.
Del secondo gruppo fanno parte invece quelle persone che, accorgendosi di essere abitudinarie, si chiedono se il loro comportamento stia creando un ostacolo al raggiungimento dello scopo prefissato; cercano di comprendere, studiano a fondo la situazione ed intuiscono che se vogliono ottenere determinati risultati occorre scegliere quali abitudini sia necessario eliminare al più presto.
Per fare questo sanno che bisogna concentrarsi su ciò che si desidera ed agire di conseguenza, consapevoli delle proprie potenzialità.
L’unico vero ostacolo, se proprio vogliamo, è la mancanza di consapevolezza.
Alla fine capiscono cosa è adatto allo loro persona e se una situazione non va…fanno il possibile per cambiarla!!!
Se devo stare male per una certa cosa, non la voglio più, basta!!! Se si svegliano per alcune mattine senza sorridere, si rendono conto che è giunta l’ora di farsi qualche domanda ed arrivano quanto prima a rispondersi che in realtà cambiare le cose è assolutamente necessario.
Basta prendere il coraggio ed imboccare una strada, scegliere un percorso diverso.
Questo gruppo è formato da tutta quella gente che sostiene: “Chiusa una porta, si apre un portone!” Oppure più carinamente: “Morto un Papa, si fa un altro Papa ed un Cardinale!”.
Non è il fatto di essere positivi o negativi, la differenza è essere attivi o passivi nel sapere ciò che può essere utile alla propria persona oppure no.
Bisogna capire cosa vogliamo dalla vita e cosa possiamo fare per ottenerla.
Quello che conta veramente è che ciascuno realizzi sè stesso, coltivi le proprie passioni, individui quelle predisposizioni e quei talenti che lo rendono un essere unico ed irripetibile.
Nessuno può imporre ad un’altra persona il cambiamento, nè a sua volta essere obbligata a cambiare.
Ognuno ha i propri tempi per maturare nuove situazioni ed è giusto che sia così.
L’importante è essere consapevoli che quando c’è un cambiamento, voluto o no, qualunque esso sia, si compiono passi fondamentali che segnano la nostra esistenza.