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29 Lug

Il modello (filosofico e pratico) di Antonio Viti secondo il linguaggio della scienza

Cambia il modo in cui guardi le cose e le cose che guardi cambieranno

A percorso quasi completato vorrei provare ancora a darvi qualche strumento che possa servire a ricreare, parallelamente alla mia teoria, un cammino che abbia un fondamento di tipo scientifico. L’obiettivo è sicuramente quello di dare concretezza ai concetti, ma anche quello di allontanarmi dalla definizione (che qualche lettore del precedente libro mi aveva attribuito) di autore new age, senza nulla togliere a chi di questo ha fatto una professione. Sono grato di questi stimoli perché mi hanno invece spinto a ricercare la fusione tra ciò che immagino e ciò che è reale e oggettivo ed è stato proprio grazie a questi stimoli che mi sono spinto alla ricerca di qualcosa che potesse essere più chiaro e razionalmente comprensibile, imbattendomi (naturalmente non per caso) in Andrea Gadducci, ingegnere elettronico con esperto in strumentazione biomedica sulle metodiche quanto-biofisiche.
Confrontandomi con lui sui concetti che avrei voluto esprimere nel libro è sembrato subito piuttosto evidente ai suoi occhi quanto, ciò che avevo immaginato di poter trasmettere, fosse facilmente riconducibile alle teorie della fisica contemporanea ovvero quantistica.
Per semplificare i contenuti e ricondurci al senso generale di tutto quello che ho voluto esprimere cercherò di ripercorrere in ordine tutti gli argomenti trattati fino ad ora ancorandoli uno ad uno a concetti scientifici pienamente riconosciuti e studiati, perché alla fine “l’unione non è fusione, ma è completamento”.
Per poter fare questo ho cercato un modo simpatico e facilmente comprensibile per tutti e mi è sembrato potesse essere divertente riproporvi l’incontro fondamentale avvenuto tra me, Ilaria e Andrea durato un’intera giornata. Non ci vorranno certamente 24 ore per leggerci, ma vi assicuro che troverete estremamente interessante poter ricondurre gli argomenti trattati fino ad ora nel libro a quelli oggettivi e pratici portati avanti dalla scienza e dalla fisica.
Ing. Gadducci: “Antonio hai parlato spesso, nelle pagine che ho letto, di disequilibrio e quindi dell’alternarsi tra salute e malattia all’interno del corpo umano, ma sai cos’è l’ENTROPIA? Hai mai sentito parlare di CAOS e CRISI?”
Antonio: “Certo sono termini che ho sentito spesso, che ho vissuto spesso direi, soprattutto CAOS e CRISI se devo essere sincero, ma non so cosa tu voglia intendere in questo momento.”
Ing. Gadducci: “Bravo, la questione è proprio qui. Tutti usiamo questi termini, ma spesso non attribuiamo loro il giusto significato! Cercherò di essere sintetico e soprattutto più comprensibile possibile.
La parola ENTROPIA deriva dal greco antico “trasformazione dentro”, è una grandezza (più in particolare una coordinata generalizzata) che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi. È quindi interpretabile come misura del disordine di un sistema e, volendo leggere in modo più completo, anche del suo ordine.
La grandezza correlata all’informazione in un sistema è l’entropia: se un sistema è più ordinato la sua entropia è minore se invece il sistema diventa caotico per qualche motivo, la sua entropia aumenta.
Capisci perché, Antonio, è molto importante poter lavorare con i concetti di ordine e disordine? Perché anche il corpo umano è un sistema entropico e la sua entropia viene gestita dai processi che lo governano e in generale il corpo si ammala quando il livello di caos del suo sistema è aumentato troppo o anche quando è troppo ordinato e statico! Il corpo è un sistema dinamico che si crea e si distrugge in continuazione, si ristruttura attraverso “l’autoguarigione” perché i nostri tessuti sono in grado di auto-ripararsi laddove ci siano le condizioni necessarie: pensa che nel trascorrere di un anno le nostre cellule sono praticamente tutte rinnovate, come se avessimo un corpo nuovo.”
Antonio: “Quindi Andrea cos’è che ci impedisce di avere un corpo guarito invece che ammalato considerando che abbiamo le potenzialità di cambiare tutta la nostra materia biologica?”
Ing. Gadducci: “Mi aspettavo che avresti fatto questa domanda! La risposta è tanto semplice quanto apparentemente banale: l’informazione con cui regoliamo i processi di cambiamento! Esiste un software dentro di noi che agisce per governare lo scambio di informazioni e i programmi di autoriparazione.
Questo software può essere corrotto, esattamente come succede per i computer o i cellulari, generando dei problemi all’hardware che non è più in grado di funzionare come prima.
Quante volte ti sarà successo di trovarti in queste condizioni con le tue apparecchiature? Dopo un po’ di tempo si generano problemi al software che causano lentezza nella gestione delle informazioni che è quindi errata e più caotica.
Vogliamo forse parlare del famoso sistema operativo che per evitare denunce non citeremo, ma che utilizziamo tutti e che ci fa diventare matti?
Ecco appunto… Lo stesso accade nel nostro corpo… immaginate però la complessità di files e informazioni che gestiamo! Capisci perché è necessaria un’elevata dose di consapevolezza di noi per essere in grado di “ascoltare” tutto questo? Il corpo è talmente complesso da essere paragonabile a numerosi computer tra loro collegati e che operano contemporaneamente. Spesso facciamo fatica a mantenere ordinato il singolo sistema che utilizziamo per lavoro o svago: pensate a cosa rischiamo a causa della poca attenzione, priva di cosciente consapevolezza, che mediamente indirizziamo nei confronti del nostro corpo!
Dobbiamo curarci dell’entropia del nostro “sistema corpo”, del suo stato di caos ricordandoci che per aver un nuovo ordine, migliore del primo, dobbiamo a volte passare da uno stato di disordine che metta in crisi il sistema, che cioè lo metta in condizioni di “cambiare”.
La crisi può sottendere quindi decisione, cambiamento, esattamente quello che raccontavi tu nel primo libro, devo però aggiungere che anche in fisica il “punto critico” è il punto nel quale il sistema cambia semplicemente equilibrio, il punto di svolta e nella realtà le cose possono andare peggio o anche meglio. Allo stesso modo quando siamo malati possiamo guarire o peggiorare la nostra condizione. Spesso prima di guarire passiamo da un punto critico, un improvviso peggioramento del nostro stato di salute. La malattia quindi porta con sé un messaggio positivo che ci può essere di aiuto nel percorso verso la guarigione, verso il cambiamento. Entriamo in crisi potenzialmente per andare verso un miglioramento.
Ristrutturare il corpo non è molto diverso dal ristrutturare una casa, ci vuole un bravo direttore dei lavori e un buon progetto che trasmetta l’informazione, ma soprattutto quando ristrutturiamo casa la distruggiamo in parte o anche totalmente prima di poter apportare le migliorie e procedere al cambiamento, prima aumentiamo il caos e poi facciamo ordine!
Il corpo continuamente si rigenera, si crea e si distrugge e basta aver studiato un po’ di biologia per saperlo. Vediamo se mi sono spiegato, fammi un esempio.”
Antonio: “Le ossa?”
Ing. Gadducci: “Giusto! Gli osteoblasti sono le cellule responsabili della formazione di matrice ossea (costruiscono) e gli osteclasti sono le cellule responsabili della disgregazione di matrice ossea (distruggono), operano tutti insieme dove serve un cambiamento ed un rinnovamento.”
Antonio: “Ok, fino a qui credo di aver compreso bene ciò che intendi, ma toglimi ancora un altro dubbio: chi governa tutti questi processi? Dove si trova il disegno della forma delle nostre ossa, dei nostri muscoli, ma anche di tutto il resto del nostro corpo?”
Ing. Gadducci: “Per poter rispondere in maniera sensata alle tue domande devo introdurre un altro concetto fondamentale della fisica, quello di OLOGRAMMA! Perché è importante introdurre il concetto di ologramma proprio a questo punto? Devi sapere che la realtà è costruita su una base matematica che risponde alla matematica frattale (affronteremo l’argomento in seguito) e ad una struttura olografica. Pertanto se vogliamo provare a capire più approfonditamente come lavora, come si memorizza, come si utilizza l’informazione, non solo nel nostro corpo, ma anche in tutto l’universo, è importante conoscere almeno la base della fisica dell’ologramma.
Per registrare un’immagine tridimensionale in modo olografico sono necessari due raggi laser luminosi interferenti tra loro e con la stessa lunghezza d’onda e quindi con la stessa frequenza. Più facile ancora utilizzare un solo raggio laser ed una serie di specchi così che lo stesso fascio luminoso colpisca da due angolazioni differenti l’oggetto che vogliamo poter imprimere su una lastra fotografica che diverrà la nostra lastra olografica. Sulla lastra olografica non vedremo l’oggetto come in una normale fotografia, ma vedremo una figura chiamata di interferenza come le onde del lago che si increspano quando giochiamo a lanciare dei sassi: i cerchi interferiscono l’uno sull’altro quando si incontrano increspando la superficie dell’acqua e formando particolari disegni.
Cosa succede se lo stesso laser viene puntato nuovamente sulla lastra già impressa? Succede che l’oggetto che avevano ripreso si riproduce a grandezza naturale in tre dimensioni come se uscisse dalla lastra e si proiettasse nello spazio esattamente come per gli ologrammi che vediamo nei film di fantascienza.
Perché questa tecnica è così particolare? Immaginate che un amico porti via la metà della vostra lastra dopo che l’abbiate tagliata in due parti e voi proviate a puntare il laser sulla parte che vi è rimasta: cosa vi aspettate di vedere? Se si trattasse di una normale lastra fotografica avreste la metà esatta dell’oggetto che avete fotografato, invece con una lastra olografica otterrete nuovamente la riproduzione di tutto l’oggetto, ma in forma un pochino più piccola. Se doveste tagliarla ancora a metà? Puntando il laser sul piccolo pezzetto di lastra comparirebbe di nuovo l’intero oggetto con tutte le stesse informazioni solo di dimensioni più piccole… e così via tagliando ancora. Questo per farvi capire che nel mondo delle informazioni possiamo andare nel piccolo quanto desidero, ma mi sarà sempre trasmessa l’informazione sull’oggetto nella sua interezza perché in ogni punto dell’ologramma è contenuta sempre l’informazione relativa a tutto l’oggetto.
La matematica che regola come la stessa forma si riproduca nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande è la matematica frattale. Avete mai visto i frattali? Vi mostro qualche esempio.
In natura la matematica frattale è molto importante poiché tutto si ripete con schemi e proporzioni note come per esempio la sezione aurea o la sequenza di Fibonacci che sono alla base delle proporzioni con cui l’intelligenza universale costruisce tutto a partire dal DNA fino ad arrivare alla nostra galassia passando attraverso la forma di una conchiglia.”
Antonio: “Mi stai quindi parlando di proporzioni? Non sono andato così lontano da questo concetto volendo introdurre la mia! Secondo te perché è importante sapere che alla base di ogni cosa esistente si trovano delle proporzioni di tipo matematico?”
Ing. Gadducci: “Banalmente perché quelle proporzioni vibrano in noi, le strutture emettono campi che vibrando investono il nostro corpo mettendolo in movimento: se la vibrazione è quella giusta, con la giusta frequenza, le nostre cellule entrano in risonanza.
Ecco quindi che matematica informazione e risonanza hanno a che fare con il nostro corpo, ecco che la musica può scatenare emozioni positive o negative in funzione di come risuona, ecco che un colore ed un dipinto possono provocare piacevoli visioni, ecco che il contatto con la natura ci fa stare meglio attraverso le forme che emanano vibrazioni risonanti con il nostro corpo ricordandoci inconsciamente che siamo esseri naturali.
In conclusione, l’ologramma è così importante perché, se avete ben capito il suo funzionamento, vi sarete resi conto che dentro di noi è contenuta tutta l’informazione dell’universo… matematicamente. È anche importante perché da qualche parte esiste un disegno olografico del nostro corpo che come una trama dice alle cellule come regolarsi per costruirlo e tenerlo in vita!
Grazie alla fisica quantistica stiamo approfondendo concetti particolari che ci permettono di capire come si muovono le informazioni. Già con il concetto di frattale siete riusciti a capire che se faccio qualcosa, se ho un pensiero questo produce un cambiamento di informazioni, sia dentro di me che fuori di me in tutto l’universo e quindi chiunque sia in grado di “ascoltarlo”, chiunque abbia l’antenna giusta lo può fare.
Anche tu Antonio parli spesso di “ascolto” e quindi saprai che la difficoltà sta proprio in questo, nell’ascoltare davvero: sai come si ascolta un segnale di questo genere?”
Antonio: “Sono curioso vai avanti!”
Ing. Gadducci: “Molti, particolarmente ricettivi, lo fanno senza rendersene conto e parliamo di quelle famose casualità, che tali non sono, per cui un amico che non vedevate da molto tempo vi contatta proprio quando stavate pensando a lui.
Einstein diceva che “Dio non gioca a dadi con l’universo”! Cosa vuol dire? Semplicemente che nessun evento avviene per caso, ma necessita di una organizzazione: ci sono matematica ed equazioni dietro ad ogni accadimento, delle leggi fisiche che permettono il suo accadere proprio in un determinato momento ed esattamente in quel modo.
Come pensate che siano regolate tutte le informazioni che danno forma ad un evento? Casualmente?
Credo fondamentale inserire a questo punto il concetto di “ENTANGLEMENT”: la materia è collegata, tutto è collegato e il fenomeno fisico dell’entanglement ci spiega che quando due elettroni si collegano fra di loro quello che succede all’uno succede anche all’altro in modo inverso. Quindi di fatto condividono la stessa informazione e sapendo quello che succede ad uno so anche e per forza quello che succede all’altro. Se due elettroni vengono separati fisicamente, uno rimane in Italia in mano a Renzi (ora a Conte) e l’altro viene consegnato a Trump negli Stati Uniti, se in Italia quello di Renzi (Conte) dice “si”, negli Stati Uniti quello di Trump dice “no”. In entrambi i casi saprò cosa succede all’uno e all’altro elettrone sia che mi trovi a Roma o a Washington. La particolarità di questo fenomeno è che avviene in tempo reale cioè esattamente mentre uno dice si l’altro dice no, non c’è attesa fra l’uno e l’altro segnale
Vi sembra possibile che tutto questo possa avvenire in tempo reale? Per Einstein non lo era nemmeno per sogno, perché secondo la sua teoria un segnale non può andare più veloce della luce e quindi il nostro “si” dovrebbe metterci almeno un piccolo lasso di tempo per spostarsi tra Roma e Washington. Invece succede proprio in tempo reale! Il si di Roma diventa il no di Washington senza nessuna attesa. Se usassi il codice morse, per esempio, potrei sapere esattamente cosa scrivo mentre lo scrivo da una parte all’altra della terra. Secondo voi com’è possibile?”
Antonio: “Grazie all’ologramma! Vediamo se ho capito: se qualcosa succede nel piccolo (un elettrone), succede nel grande (Universo), se succede qui succede lontano e quindi esiste un collegamento che trascende la normale comunicazione, comunicazione che al massimo può viaggiare alla velocità della luce e che pertanto implicherebbe comunque un tempo di attesa per sapere cosa accade all’altro elettrone a migliaia di km di distanza… giusto?”
Ing. Gadducci: “Perfetto! Tutto questo è fondamentale per capire che esistono forme di comunicazione che trascendono la biochimica, che sono biofisiche e che pertanto la medicina classica non può essere l’unica forma di disciplina terapeutica. Tutto ha un’azione su di noi dal momento in cui in qualche modo colpisce i nostri sensi e come avrai capito c’è tutto un mondo ancora poco esplorato dove la comunicazione avviene in modo inconscio, diretto ed indiretto. Visto che il nostro inconscio rappresenta la maggior parte di ciò che ci governa sarà, per caso, importante approfondire? Ricordo che qualcuno che hai già citato ad inizio del libro sosteneva che in questa vita una missione importante è il “nosce te ipsum”, conosci te stesso? Dentro di noi ci sono già tutte le risposte.
Come credi di “comunicare” con i tuoi pazienti?
Potrà sembrarti una domanda banale, ma oggi il concetto di biorisonanza è uno dei più importanti per la comprensione dei meccanismi di comunicazione biologica soprattutto perché è il più utilizzato in tutte le forme innovative di trattamento terapeutico. Il concetto di risonanza è associato al concetto di frequenza “f” ed al concetto di lunghezza d’onda “L”, fisicamente f=c/L dove “c” è la velocità del suono nell’aria (344 metri al secondo nell’aria alla temperatura di 20 gradi celsius e alla pressione atmosferica del livello del mare). Per capire il concetto di risonanza in fisica si utilizza un esempio classico che è quello del diapason (che avete già citato altrove nel libro), uno strumento che serve per emettere una nota musicale ad una frequenza e quindi ad una lunghezza d’onda prefissata. Quando il diapason viene colpito l’energia cinetica si trasferisce al metallo che comincia a vibrare emettendo un suono specifico che dipende dal metallo, dalla dimensione e dalla forma dello stesso.
Scientificamente la risonanza cellulare è nota e studiata da molti anni a livello universitario e clinico e rappresenta uno dei modi per trasferire energia al corpo e dialogare con esso. Due strutture entrano in risonanza quando si instaura un trasferimento di energia dall’una all’altra come accade tra due antenne che comunicano perché caratterizzate dalle stesse frequenze: oggi è scientificamente dimostrato che il nostro DNA è un’antenna e pertanto comunica esattamente con gli stessi principi fisici frequenziali. I pacchetti di energia luminosa che sono pacchetti elettromagnetici chiamati bio-fotoni vengono prodotti dal DNA insieme a pacchetti sonori chiamati bio-fononi e servono per la comunicazione fra le cellule.
L’importanza della conoscenza della biorisonanza è fondamentale per capire come il nostro corpo possa comunicare tutti i segnali al suo interno, produrre energia e suoni che vengono trasmessi verso l’esterno e ricevere, inoltre da fuori, suoni ed energia che avranno un effetto al suo interno.
Dobbiamo sapere come il nostro corpo gestisce le informazioni che trasmette (come il cervello ordina ad un braccio di muoversi, come viene regolato il battito cardiaco o la respirazione…) per poter intervenire nei meandri della comunicazione biologica. Di fatto poco ci soffermiamo sul fatto che il nostro organismo trasmetta miliardi e miliardi di informazioni, ogni istante, per vivere. Come credi che viaggino le informazioni nel corpo? Solo attraverso il sistema nervoso?”
Antonio: “Non credo.”
Ing. Gadducci: “Infatti, viaggiano in altri modi e per ben comprenderlo occorrono dei modelli semplici che servono per orientarsi così come una mappa o un GPS possono servire per trovare il proprio percorso quando non esistano altri punti di riferimento perché sono le informazioni che permettono a materia ed energia di esistere in modo ordinato e, purtroppo, anche caotico.
Pensando a te e al tuo lavoro mi viene istintivo collegare qui il concetto di biorisonanza con quello di risonanza tra terapeuta e paziente che hai trattato abbondantemente nel corso del libro: entrambi sono energia in movimento, la presenza dell’altro è necessaria per trovare le nostre risposte, per conoscerci meglio e diventare consapevoli.
Ecco qui che la relazione è tutto, essa è fatta di comunicazione e la comunicazione avviene attraverso sistemi fisici pertanto non possiamo trascurare la fisica se vogliamo comprendere come comunicare, capire se stiamo davvero trasferendo informazioni con il nostro terapista in maniera reciproca, se mentre guardiamo noi stessi anche lui ci guarda o se sta solo applicando un protocollo standard che, come più volte ripetuto, non può andar bene per tutti.”
Antonio: “Siamo unici e irripetibili.
Ok Andrea, adesso però andiamo a prenderci un caffè che ne ho bisogno!”
Antonio: “Tutto molto chiaro (e non per merito del caffè) e sono ancora più convinto che le mie proporzioni possono avere un motivo di fondo scientifico, ma ti chiedo una cosa cioè ti chiedo di parlarmi del modello C.I.E.M. che hai ideato perché a mio parere ci sono altri collegamenti importanti tra quello che sostengo io con le mie teorie e quello che è il tuo modello.”
Ing. Gadducci: “Credo tu abbia ragione e questo è il motivo per cui sono sempre più convinto che il nostro incontro davvero non sia stato casuale.
Il mio modello è uno schema semplice per comprendere bene in quale campo stiamo operando durante un percorso terapeutico. Materia Energia Informazione e Coscienza sono tutti concetti noti, ma forse vale la pena capire bene come sono collegati e quali leggi e principi appartengono ad ognuno di essi.
Nella mia esperienza ho visto molte volte confondere, in ambito medico, il concetto di frequenza, di onda elettromagnetica e di energia.
La frequenza è semplicemente un numero che definisce una grandezza del campo elettromagnetico ovvero il numero di cicli per secondo (Hertz = Hz) a cui questo vibra. Il cuore pulsa circa ad 1 Hz ovvero 1 volta al secondo. Vale lo stesso per l’onda sonora anch’essa usata in medicina (gli ultrasuoni, l’ecografo e altre apparecchiature che conosci bene). Di per sé la frequenza è solo un numero, ma l’onda elettromagnetica e quella sonora trasportano anche energia: un po’ come il vaso per l’acqua è il contenitore che dà la forma all’acqua, la frequenza è l’informazione che dà la forma all’energia del campo elettromagnetico. Direi che tra il vaso e l’acqua contenuta c’è una bella differenza no? Ti immagini cosa potrebbe succedere se un terapista non avesse ben chiara la differenza?
Purtroppo, mediamente, sia terapisti che medici non hanno una preparazione in fisica, sono tutti molto più bravi con la biochimica anche se nella realtà è la biofisica a determinare le proprietà biochimiche. Ecco perché conoscere la biofisica permette di avere una preparazione più ampia e completa.
Tutti conoscono bene la famosa equazione di Einstein E=mc^2, questa relazione ci permette di capire che Materia ed Energia sono collegate l’una all’altra e ci permette di capire ad esempio come un fotone (particella elettromagnetica o quanto di luce) possa comportarsi sia come Materia e quindi essere di natura corpuscolare cioè dal lato destro dell’equazione oppure comportarsi come onda elettromagnetica e stare dal lato sinistro dell’equazione rappresentato dall’ Energia.”
Antonio: “Quindi siamo esseri di luce?”
Ing. Gadducci: “Beh! Sicuramente siamo fatti di materia e questa è fatta di energia.
L’energia a sua volta ha però bisogno di informazioni ben precise per prendere forma esattamente come l’acqua ha bisogno del vaso per prendere una forma perché di per sé non la possiede.
Ecco allora che salendo nel modello scopriamo che l’informazione è proprio quella che dà la forma all’energia per permettere di vedere il mondo come lo vediamo noi.
Pitagora vedeva il mondo come una matrice di numeri (e ti assicuro che non era un folle).
Molti filosofi antichi che erano come gli scienziati moderni avevano già capito che quello di utilizzare i numeri è solo un altro modo di vedere come siamo fatti, come è fatto il mondo da un altro punto di vista di fatto superiore.
Ecco perché la matematica e le forme geometriche sono così importanti in tutte le culture perché rappresentano le informazioni con cui il mondo viene creato.
Infatti, da quando l’informatica è entrata nelle nostre vite tutto sta accelerando, possiamo elaborare quantità di informazioni come mai prima di adesso.”
Antonio: “Sostieni che da quando i sistemi informatici hanno iniziato a pervadere ogni campo della nostra esistenza tutto sta cambiando velocità, intendi quindi dire che queste informazioni occupano una dimensione spazio/tempo ben precisa?”
Ing. Gadducci: “Ti mostro questa slide per capire meglio quello che intendo:
Nel mondo dell’energia e della materia i riferimenti sono necessariamente quantitativi mentre quando affrontiamo gli elementi informazione e coscienza i parametri devono essere qualitativi.
Cosa vuol dire questo principalmente?
Che se la forma dell’energia e della materia è estranea al concetto di qualità, l’informazione è invece al di fuori del concetto di spazio/tempo: il tempo è una dimensione legata alla materia e ai campi gravitazionali e di fatto non esiste.
Quando si parla di coscienza si è in un mondo unico, particolare… ma ti assicuro che ne riparleremo.
L’informazione e l’idea di ologramma di cui abbiamo parlato ci hanno fatto comprendere come il tutto sia riconducibile all’unico, per questo la coscienza è condivisa e realmente è unica.
Siamo una forma di vita integrata in un immenso organismo, del resto il corpo umano è un frattale dell’universo: dentro di noi è racchiusa ogni cosa e le persone che sono in grado di ascoltare se stesse riescono a conoscere anche ciò che è al di fuori.
Altri spunti da approfondire direi…
Per adesso penso sia sufficiente soffermarci sul fatto che il tempo è solo limitato al mondo della quantità mentre esiste un mondo fatto di qualità che non è soggetto al suo scorrere.
Ecco perché alcune cose possono sembrarci eterne, esistenti da sempre e che sempre esisteranno, possono trovarsi in una dimensione in cui lo sono veramente!
Questa consapevolezza può aiutarci a comprendere molti aspetti di noi, di come viviamo e di come percepiamo la realtà.
Antonio: “Credo di aver capito e sono convinto, come dici tu, che dovremo ancora approfondire.
Provo a ricapitolare: il tempo non esiste a livello di coscienza ed informazione e secondo me è proprio a quel livello che hanno origine guarigione e malattia, un “tempo zero” in cui le cose accadono.
Purtroppo, invece, portiamo la nostra attenzione verso la malattia o l’avvenuta guarigione solo quando si manifestano in maniera evidente e quindi in una dimensione materiale soggetta allo scorrere del tempo.
Penso si possa concludere che è proprio in quel “tempo zero” che avvengono i miracoli intesi come cambiamento e quindi positivi o negativi che siano.
Nel tempo troveranno la loro manifestazione.
E su questo ti farò approfondire io perché ho tantissime cose da raccontare!!!
Quindi Andrea, andando avanti nel nostro percorso parallelo e mettendo in relazione la mia proporzione con il modello C.I.E.M, mi sembra evidente che prima dell’ENERGIA e della MATERIA debbano esistere INFORMAZIONE e COSCIENZA!
Mi sembrerebbe però possibile tentare ancora un altro salto in avanti.
Non potrebbe essere che quello che tu chiami coscienza sia quello che io definisco FORZA INTERIORE dotata di consapevolezza? E ciò che tu chiami informazione sia l’INTENZIONE con cui agiamo un comportamento?
E ancora, l’energia non potrebbe essere il CREDERE fermamente nella possibilità di raggiungere un obiettivo?
E infine la MATERIA non è forse la REALTA’ che ci circonda e che può subire modificazioni e cambiamenti in base all’utilizzo di tutti i precedenti fattori?
Come dici tu, cosa sono Materia, Energia ed Informazione se non strumenti a nostra disposizione per permettere alla coscienza di manifestarsi?”
Perché che lo vogliate o meno, filosoficamente o scientificamente, il vero miracolo della vita avviene nel momento in cui consapevolmente riusciamo ad essere artefici della nostra realtà e quindi del nostro destino!
“La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità.” (Nikola Tesla)

Biznes

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