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26 Giu

Intelligenza universale e coincidenze: è bene fidarsi!

L’universo cospira affinché possiamo intraprendere davvero il giusto cammino per noi.

Senza pretendere di farvi una lezione di fisica quantistica, in questo articolo vorrei darvi un assaggio del concetto di INTELLIGENZA UNIVERSALE e di come questa sia legata alla nostra COSCIENZA SOGGETTIVA in un infinito rapporto di continua influenza.
Quante volte abbiamo parlato o sentito parlare di “anima” intesa nel suo significato meno religioso e più concreto (se di concretezza si vuole parlare) di “coscienza”? Quante volte ci siamo chiesti se sia possibile identificarla con qualcosa di tangibile, di collocabile in qualche organo preciso del nostro corpo, con qualcosa di talmente oggettivo da non rendercela un concetto astratto e poco governabile? “ Ma quanto pesa quest’anima? Pochi grammi soltanto, ma i più pesanti che un uomo ha…” Lo avrete sentito anche nelle canzoni… è cosa che si sa.
La coscienza, di per sé, non può essere un prodotto della materia e non può emergere da essa, non può essere cioè soltanto una proprietà del nostro cervello fisico, di quell’organo contenuto nella scatola cranica per intenderci. Anche se i nostri processi cognitivi, i nostri pensieri, la memoria e tutte le esperienze sensoriali sono legate al funzionamento del cervello, la nostra soggettività, il senso di sé e l’esperienza emotiva che facciamo del mondo non possono derivare solo da un funzionamento fisico/chimico, sarebbe troppo riduttivo, difficile da credere, troppi secoli di studio sull’argomento per identificarlo soltanto in questo! E allora come dare un significato più tangibile alla parola COSCIENZA? Come spiegarne il senso in un modo tale da renderlo comprensibile a tutti?
Credo di dover dire intanto che la coscienza sia prima di tutto da ricondurre al concetto di consapevolezza perché quando siamo coscienti siamo realmente presenti a noi stessi e ci riconosciamo nell’ambiente circostante. È solo quando siamo coscienti di noi in questo modo che possiamo guidare noi stessi verso il cambiamento.
La quantistica di cui parlo nel 2° capitolo del mio libro “…e questo è quanto”, sostanzialmente riconosce e descrive due tipi di coscienza:
La prima, soggettiva, che ha a che fare con voi, con me, con te che leggi, con la nostra individuale capacità di decidere utilizzando il libero arbitrio, con la nostra capacità di riconoscere le emozioni che il corpo vive, che il pensiero sente, con la nostra facoltà di scegliere, di giudicare. È la nostra parte cosciente quella che fisicamente possiamo far risiedere, insieme alle altre funzioni cognitive superiori, in quella porzione della nostra corteccia cerebrale chiamata Neo Corteccia (qualche flash teorico qua e là non vi spaventa vero?) stando attenti però a non limitarla solo ad un concetto anatomico.
La seconda invece, oggettiva o universale, è la coscienza che muove il mondo, che rende ogni cosa ciò che è, che guida la natura e l’evoluzione, che collega il tutto che esiste, noi compresi, in un unicum. La parte della nostra coscienza che confluisce in questo unico si trova nel nostro Cervello Rettile, quella parte di cervello in cui risiede il subconscio che è collegata all’universo in ogni sua forma manifesta essendo la parte più antica del cervello umano, la parte che si è mantenuta nel corso di tutta l’evoluzione della specie umana.
Come possiamo noi attraverso la nostra coscienza soggettiva prendere contatto con l’universo di cui facciamo parte e a cui siamo così strettamente interrelati per indurlo a collaborare con noi nel cambiamento della nostra vita?
Vi è mai capitato di pensare intensamente ad una persona che non vedete da tempo e all’improvviso, il giorno successivo o addirittura dopo poche ore, quella stessa persona riappare nella vostra vita?
Ancora, vi è successo di trovarvi nell’indecisione se compiere o meno una determinata scelta e che vi arrivi una telefonata inaspettata la quale vi spinge inequivocabilmente verso una decisione chiara? Lo psicanalista Carl Gustav Jung chiamava questi avvenimenti “coincidenze significative: fatti incidentali che casuali non sono”, quei momenti nella vita in cui sembra che l’intero Universo cospiri affinché possiamo intraprendere davvero il giusto cammino per noi.
A quanti di voi è capitato di sorvolare su questi episodi riducendoli banalmente a “casi”? “E’ stato una caso…” “ma guarda i casi della vita…”? In realtà nulla succede per caso, lo penso e l’ho sempre pensato, nulla di quello che ci è dato deriva dalla casualità, ma anzi ha una propria causalità, risponde ad un nostro richiamo, è una manifestazione dell’enorme potere energetico dell’Universo intorno a noi e primariamente del nostro enorme potere. Questa causalità è come un faro in mezzo alla tempesta che ci indica la direzione giusta da prendere, è un avvenimento che ci accade in una dimensione fisica e oggettiva, ma che ci collega con una realtà metafisica per condurci a quello che deve essere il nostro posto nel mondo… e niente ci viene dato senza che sia data anche la possibilità di “affrontarlo”, dobbiamo solo imparare a fidarci e a lasciare che le cose che davvero vogliamo inizino ad accadere. Perché il segreto non è capire, è sentire!

Ma come si impara a sentire? È importante che io provi a spiegarvi cosa intendo personalmente con il concetto di Forza Interiore, concetto che si è andato rafforzando in me con il passare del tempo, proprio mentre cercavo le parole giuste per tentare di trasmettere il mio messaggio.
La Forza Interiore è quella risorsa presente in tutti gli esseri dotati di consapevolezza (ma potrei dire “non solo in questi”, volendo un po’ estremizzarne il senso…), forza che ci è stata donata da UN’ ENTITA’ SUPERIORE, qualunque essa sia, per qualsiasi credo religioso affinché fossimo realmente parte dell’enorme sistema di correlazioni che costituisce l’Universo. È quindi la volontà di un SÉ superiore che si esprime in noi e tramite noi nel momento in cui agiamo nella vita con consapevolezza e con chiarezza di intenti e di obiettivi.
Questa energia, sempre presente, è una parte così profonda del nostro essere, così connaturata in noi che normalmente non la percepiamo nemmeno quando viene inconsapevolmente agìta!
Se fossimo invece in grado di recuperare la consapevolezza di questa energia, che agisce in noi in ogni momento della nostra vita quotidiana, potremmo probabilmente arrivare a prendere coscienza che abbiamo davvero un sostegno intimo che può sorreggerci in ogni momento, anche quando stiamo soffrendo, anche quando il senso di malessere ci pervade! Questo può accadere perché, nella sua massima realizzazione, questa energia non può essere modificata o inquinata dalle preoccupazioni della vita quotidiana e anzi ci può arricchire di un senso di vitalità continuo in grado di trascendere le esperienze momentanee, belle o brutte che siano. In questa energia si trovano la tenacia e la persistenza della vita, la capacità di resistere in un ambiente che ci sia assolutamente ostile riuscendo a sopravvivere, addirittura a crescere, a guarire, a diventare davvero noi stessi: perché la vita è di per sé un processo attivo e non passivo e sia che l’ambiente ci sia favorevole o sfavorevole, la cosa che deve esserci certa è che ogni organismo è teso, per sua natura, ad assumere comportamenti tali da mantenere e migliorare se stesso, completare e attualizzare le proprie potenzialità.
Non parlo però di forza di volontà (che è solo a livello cosciente e quindi legata all’ego, all’io), né di banale propensione all’agire verso un obiettivo, ma di un potere forte che risiede nel subconscio e che ci spinge verso il vero sé, verso l’unico e vero “perché” della nostra vita, il fine per cui proprio io, e non un altro, sono stato creato.
Vediamo di spiegarci meglio: “Antonio, sto facendo tutto il possibile per risolvere il mio problema, sto seguendo tutti i tuoi consigli, mi sottopongo a tutte le terapie e arrivo anche 10 minuti prima ai nostri appuntamenti (che non si sa MAI!!!) però non sto ottenendo nessun risultato! SPERAVO che la mia situazione si potesse risolvere più rapidamente!”. Quante volte mi sono sentito ripetere queste frasi, quante volte mi sono messo in dubbio nelle mie competenze, quante volte le stesse frasi sono state indirizzate ad altri terapeuti e quante volte ancora sarà capitato a voi per primi di ascoltarle. Ma questa è solo l’espressione manifesta della forza di volontà! Capite cosa intendo? Non può bastare mettersi “a testa bassa” e fare le cose, è necessario modificare il nostro modo di pensare e attraverso la conoscenza di sé aumentare il grado di consapevolezza con l’INTENZIONE di canalizzare la nostra energia verso l’obiettivo prefissato.
Quindi ripeto, la Forza Interiore è quella spinta che scaturisce dall’interno, dalla pancia che è sede delle emozioni, dall’energia che circola libera in noi e non dalla mente che vive sotto condizioni che è bloccata dalla paura del dolore, del cambiare, del superare ostacoli che sembrano sempre troppo grandi per noi.
La Forza interiore è consapevolezza di sé e dell’essere dotati di strumenti di auto guarigione.
La forza di volontà invece, utile per tutto quello che riguarda lo stimolo ad agire, è in realtà soprattutto uno sforzo ed un dispendio di energia piuttosto che il libero fluire spontaneo della stessa.
Ed ecco il vero punto di passaggio tra la possibilità di rientrare nel range del disequilibrio controllato e il continuare a vivere nel malessere… il salto “quantico” tra forza di volontà e forza interiore.

“Quando il nostro comportamento rispecchia le nostre intenzioni, quando le azioni corrispondono ai pensieri, quando la mente e il corpo lavorano all’unisono, quando le nostre parole e le nostre azioni sono allineate… siamo mossi da un potere immenso”. Ho trovato questo pensiero in un testo di un autore di cui mi appassionano le teorie e che sono andato ad ascoltare personalmente in uno dei suoi rari passaggi in Italia e non ho potuto fare a meno di collegarlo strettamente con quanto ha ispirato la mia teoria sulla guarigione.
Già Henry Ford diceva: “Che tu creda di poter fare una cosa oppure no, avrai in ogni caso ragione”.
E la ragione ci viene proprio dall’essere convinti intimamente di poter riuscire o meno a fare una determinata cosa AGENDO DI CONSEGUENZA.
Vogliamo essere protagonisti o spettatori passivi della nostra vita? Chiunque, anche l’individuo più razionale, potrebbe trarre da questo concetto una grandiosa possibilità, quella di accorgersi di quanto grande possa essere il nostro potere sulla realtà. Anche il solo credere con intenzione di avere un potere può avere effetti molto importanti.
Ed ecco qui disegnarsi nella mia mente un nuovo dualismo: se prima vi ho presentato la differenza tra forza di volontà e forza interiore adesso vorrei provare a contrapporre l’idea di speranza, come attesa che qualcosa o qualcuno intervenga a risolvere un mio problema, a quella di intenzione, come certezza che il presente possa modificarsi solo attraverso un mio agire consapevole.
Quante volte vi sarà capitato di dire o sentire l’espressione “speriamo che…”.
“Speriamo che…” racchiude il senso del mettere passivamente nelle mani di chiunque altro il proprio destino, ma solo chi non agisce consapevolmente parla di destino, chi invece fa le proprie scelte attraverso l’intenzione sta lavorando per creare la propria realtà e non è quindi in balia della sorte.
Qual è il senso dell’aver fiducia e dell’abbandonarsi a ciò che siamo affidandoci al fatto che tutto l’universo sta cospirando affinché possiamo essere felici? Come possiamo riuscire a lasciar andare, ad abbandonare la fretta, l’agitazione, l’idea di dover andare da qualche parte, di dover arrivare a qualcuno o a qualcosa, di doverci trasformare in questo o in quello? L’unico modo che conosco è quello di smetterla di diventare ed iniziare ad ESSERE, smetterla di volere per il gusto di possedere ma possedere sempre perché ciò che è intimamente nostro lo è in eterno.

Biznes

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