Perché i rapporti di coppia eretti su boe galleggianti sono più stabili di quelli costruiti su solidi pilastri
L’amore subisce modifiche che il cuore difficilmente accetta
Le mie giornate lavorative mi permettono di confrontarmi con molte persone e di conversare con loro in confidenza.
Non affrontiamo solo problemi fisici, spesso vengono fuori lamentele nella gestione della propria vita con il partner.
Non c’è bisogno di un motivo scatenante per mettere in crisi una relazione, di qualunque natura essa sia: semplicemente cambiano certe abitudini.
In fin dei conti è un dato di fatto che possano sorgere ostacoli che mettano a dura prova il rapporto e la sua solidità.
Nessuno o quasi tiene conto del fatto che proprio l’amore, più di ogni altra cosa, subisca delle modifiche, sostanziali modifiche che il cuore difficilmente accetta. Come afferma il principio popolare, può riuscirci la ragione ma non il cuore.
Si può accettare la realtà dei fatti e vivere di conseguenza, immolarsi così tanto da riuscire persino a non piangersi addosso. La domanda da farsi in quel momento è quanto si sia felici ed appagati con la persona con la quale ci si sta relazionando e se il compagno/a possieda ancora quelle caratteristiche indispensabili per il nostro benessere e la nostra serenità.
All’inizio di una relazione tutto viene vissuto in modo positivo, si tende a vedere l’altro nei suoi aspetti migliori, con la sicurezza che questo possa durare tutta la vita. Quanta presunzione!!!
Tutto quello che accade è meraviglioso, non troviamo una circostanza che possa creare discussioni.
Poi, dopo questo periodo straordinario (che statisticamente dura circa otto mesi), avviene una sorta di disincanto, cominciano piccole delusioni e il rapporto non è più come lo avevamo immaginato.
Potrebbero nascere i guai.
Per cercare di chiarirvi il mio pensiero al riguardo, ho raccolto in quattro grandi famiglie le caratteristiche che ognuno di noi possiede e che naturalmente ricerca anche nella persona con la quale vorrebbe intraprendere una relazione.
La prima, non per importanza, è quella che definisco “il buon padre di famiglia”: non intendo un genitore in senso stretto ma una persona che sia disponibile nei momenti del bisogno, che vi faccia sentire importanti anche semplicemente chiedendovi come va e prestando, ovviamente, attenzione a quel che rispondete! D’altra parte nei momenti buoni sono bravi tutti!!! Una persona, insomma, che si prenda cura di voi e che lo faccia con il cuore.
La seconda caratteristica che possediamo è la capacità di far ridere.
Cosa sarebbe una vita senza una sana risata? Una persona simpatica che aiuti a rendere sereno il vostro umore, che con una battuta riesca a sdrammatizzare una situazione negativa o quantomeno difficile.
La solarità, la simpatia, lo scherzo, sono indispensabili al buon umore quotidiano.
Al terzo posto metto la “ricchezza”.
Non intendo solo dal punto di vista monetario, anche se questo è sicuramente stato il vostro primo pensiero!
I soldi male non fanno, anzi, chi sostiene che nella vita il denaro non sia indispensabile è un ipocrita: talvolta basta che manchino le possibilità economiche perché tutto il mondo ci crolli addosso.
Per ricchezza intendo una persona ricca di animo, con un’energia vitale tale da rendere indimenticabili certe situazioni, che riesca a far sembrare il mangiare un panino su una panchina come se si stesse mangiando uno dei più gustosi piatti in un lussuoso ristorante.
Quarta ed ultima caratteristica, ma non per questo meno importante delle altre, è il saper vivere la sessualità, cosa che richiede impegno, attrazione ed interesse.
Se però queste caratteristiche sono presenti in ognuno di noi e le mettiamo a disposizione degli altri, come mai c’è “infelicità” nei rapporti con le persone?
La risposta è molto semplice, nella vita si cambia e cambiare nella stessa misura del proprio compagno/a è praticamente impossibile.
Non avete perso le vostre caratteristiche, semplicemente non vi trovate più sulla stessa frequenza riguardo gli aspetti che ho citato.
Entrambi, in un modo o nell’altro, con il passare del tempo, siete cambiati.
Da lì nasce la gettonatissima frase: “Non sei più quello/a di una volta!”.
In verità nessuno di noi è più quello di una volta e sicuramente anche al partner farebbe piacere che tu ti comportassi in maniera diversa.
In natura c’è stato donato quel range famoso, entro il quale ci è consentito di vivere in un certo stato di benessere anche nel momento in cui non siamo in sintonia su tutto.
Il problema nasce quando l’aspetto per il quale non siamo più in sintonia diventa per noi di primaria importanza, la sua mancanza crea malessere.
Quando la coppia è in crisi (vedi schema 10 – fascia grigio chiaro dei segnali o messaggi) riuscire a parlarsi, dialogare, comunicare ed avere il coraggio di ammettere che il rapporto sta cominciando a procurare un certo malessere è di estrema importanza per la salvezza della relazione. La crisi è un messaggio chiaro e limpido che ci vuol far capire di dover fare attenzione a ciò che sta succedendo.
Non dobbiamo chiedere all’altro di cambiare, ma dobbiamo riuscire a comprendere le sue esigenze.
Provare insomma a ri-sintonizzarci e ristabilire un contatto. Non è facile perché ciò che per voi è primario, potrebbe non esserlo per il vostro compagno/a rischiando di far vivere un rapporto appagante per l’uno e difficile per l’altro.
È il momento più complesso!!!
Se la situazione non si risolve e si superano i limiti A-B smettete pure di affaticarvi cercando di riportarvi sulla stessa frequenza. È giusto provare ma vedrete che non otterrete dei grandi risultati.
È la stessa cosa che ho scritto per l’infortunio: si verificheranno delle “recidive” o “ricadute” che potrebbero avere peggiori conseguenze.
La famosa frase: “Abbiamo riprovato, ma i vasi rotti, pur rincollando i pezzi, presentano sempre delle crepe”.
Arriverà la fine del rapporto dopo un grande dispendio energetico.
La cosa difficile da gestire è che intorno a voi, nel momento in cui non siete più in sintonia con il vostro partner, almeno su una delle caratteristiche elencate, ci sono molte persone che stanno vivendo la stessa cosa e con le quali siete invece sulla medesima frequenza…e per “la legge dell’attrazione” siete destinati ad incontrarle.
In quel gruppo, naturalmente, non troverete più il vostro partner.
Tutto questo significa che sarete attirati da un’altra persona per ciò che riguarda la caratteristica che crea malessere nel rapporto con il vostro partner, pur mantenendo un’ottima relazione con lui riguardo le altre caratteristiche.
Condividere con una terza persona vi fa rientrare nel benessere.
Nella nostra società questo prende il nome di “tradimento”. All’interno del mio ragionamento esso è da considerare non solo a proposito di sesso ma in ugual misura anche per gli altri aspetti della vita di coppia, spesso molto più importanti in una relazione che va avanti da diversi anni.
Provate a dire al vostro lui/lei che siete stati chiamati sul cellulare da una persona che si è interessata a voi per una determinata questione, la stessa della quale il/la vostro/a partner si è dimenticato/a e sottolineate pure che tale interessamento di questa terza persona vi ha fatto enorme piacere.
Oppure provate a dire che avete intenzione di uscire a cena con un’amica/o, (che avete una voglia matta di vivere) anziché mangiare con chi riesce solo a lamentarsi dello stress che accompagna le sue giornate.
Parliamo anche del ridere: provate a dire che uscite con un’amica/o perché vi mette buon umore, perché riesce a farvi gioire di gusto come da tempo non riuscite più a fare.
Che dire del sesso? Vale la stessa cosa, l’amore consumato all’interno della coppia, perde col tempo, la passione iniziale…ma questa situazione la conoscete tutti e quindi non ve ne parlo! Le scuse per non fermarsi a chiederci se siamo felici del nostro rapporto sono migliaia e quando non ci sono siamo bravissimi nell’architettarne.
Dobbiamo riconoscere che l’essere umano non è fatto per le cose troppo stabili ed abitudinarie.
Secondo voi, per far sì che il rapporto duri nel tempo, potrebbe bastare sostenere che non si tratterebbe di tradimento se, ad un certo punto della vita, ci trovassimo in sintonia per uno dei quattro aspetti precedentemente elencati, con una donna/uomo che non è il nostro compagna/o, moglie/marito ma, semplicemente, una persona con la quale in quel momento si sta bene più che con chiunque altra?
Non fosse altro che per mangiare una pizza o fare una passeggiata sul mare o andare al cinema.
Personalmente non saprei rispondere tenendo conto delle secolari “cattive abitudini e convinzioni” alle quali, anche senza rendercene conto, ci sentiamo legati.
Una cosa che posso affermare è che il tradimento oggi è molto frequente poiché non c’è il coraggio di dirsi che la relazione è, sotto certi punti di vista, giunta al termine perché non siamo più sulla stessa frequenza, non siamo più in sintonia.
Andando avanti nella relazione non può esserci altra via di uscita che trovare ciò che più ci manca in una terza persona. È l’unica soluzione per rientrare nel proprio benessere, ma è la peggiore per risolvere il problema di coppia.
All’inizio tutto funziona, fino a quando uno dei due scopre l’altro e si prende questo pretesto come scusa per concludere il rapporto, quando invece il rapporto è concluso già da tempo.
Si comincia a parlare di mancanza di rispetto ma, secondo voi, è con il tradimento che si manca di rispetto o piuttosto nel non comprendere le priorità e i bisogni del partner?
Siamo convinti che portare rispetto a una persona significhi riceverne altrettanto ma questa è una pura illusione… dobbiamo farlo a prescindere, indipendentemente da quello mostrato nei nostri confronti.
“Non posso pensare di andare nella foresta ed essere certo che il leone non mi mangerà soltanto perché sono sicuro che io non mangerò lui!!!”.
Bisogna accettare in ogni caso i cambiamenti della vita, tenendo conto che il nostro stato di benessere deve essere salvaguardato indipendentemente dal verificarsi di ogni situazione.
In alcuni casi il tradimento o una separazione sono una possibilità per evitare di rimanere troppo a lungo in uno stato di malessere.
Per concludere posso sostenere che tutti i rapporti frenetici in cui manca anche il tempo per parlare, si collocano nello schema oltre la la linea A.
I rapporti apatici privi di qualsiasi tipo di interesse sono quelli che, invece, si collocano oltre la linea B (vedi schema 10).