Hai mai perso l’equilibrio?
Come applicare lo schema della giusta proporzione ad ogni circostanza
della vita
Spesso, durante i trattamenti, mi viene detto:
“Ho perso il mio equilibrio” o “Vorrei ritrovare il mio equilibrio”.
Mentre ascolto penso che se solo questa persona potesse capire che l’equilibrio esiste ma è soltanto un punto di passaggio, sarebbe già più sollevata e starebbe subito meglio!!!
L’equilibrio non è una condizione duratura, rappresenta una cosa statica, e visto che noi siamo esseri dinamici, non può far parte del nostro essere.
A questo punto sorge spontanea una domanda: se l’equilibrio non esiste, come possiamo definire correttamente una sensazione di benessere? Qual è il termine corretto da usare quando vogliamo esprimere tutta la nostra vitalità?
Secondo me si può parlare di “Disequilibrio Controllato”.
Provo a spiegarmi meglio con un semplice schema. (schema base)
La linea centrale è l’equilibrio assoluto.
Avete mai visto un elettrocardiogramma o un elettroencefalogramma?
Bene! Quando vedete quella riga così diritta non è un buon segno!!!
E se non la vedete ed è il vostro esame, è ancora peggio!!!
Tutte le oscillazioni che si manifestano sono i famosi “alti e bassi” che spesso citiamo nel nostro quotidiano.
Per natura occorre oscillare, è inevitabile, ed è in questo senso che mi sembra più corretto parlare di “disequilibrio”.
L’importante è non oscillare troppo, altrimenti sprechiamo inutilmente dosi di energia vitale… e questo è il motivo per cui a “disequilibrio” aggiungo “controllato”. Più energia sprechiamo, prima ci consumiamo.
Questo ragionamento vale, per esempio, per le articolazioni (per ciò che riguarda il mio lavoro) quando si parla di artrosi e degenerazioni cartilaginee, ma anche in medicina quando si fa riferimento ad un organo o ad un viscere.
Allo stesso modo il discorso rimane il medesimo per ciò che concerne la famiglia, il rapporto col partner e tanti altri aspetti del quotidiano: più energia sprechiamo, prima ci esauriamo.
E dopo tutto quello che vi ho raccontato fino ad ora, cos’è secondo voi che ci permette di oscillare?
Naturalmente il cambiamento.
Tornando al mio schema notiamo come al di là di A e B ci sia la patologia, il malessere e per certi versi l’infelicità.
Tra le due linee invece è rappresentato lo spazio del benessere.
Quando vediamo un equilibrista viene spontaneo dire: “Guarda com’è bravo, che equilibrio!”.
Alla luce di quanto detto prima, non vi sembra più logico dire: “Guarda che disequilibrio che ha, è bravissimo a controllare perfettamente la sua perdita di equilibrio”. Altrimenti cadrebbe. Se fosse immobile, cosa peraltro impossibile, non sarebbe più un equilibrista!!!
Immaginate un bambino che sta imparando a camminare… oscilla… se i suoi movimenti sono troppo ampi finisce per cadere, se riesce a gestirli comincia a camminare.
Considerando che siamo esseri dinamici e che si cambia ad ogni respiro, posso con certezza affermare che ad ogni cambiamento dobbiamo ricercare e, ritrovare quanto prima, il nostro disequilibrio controllato.
Potrà sembrarvi difficile, ma sicuramente vale la pena comprendere il concetto.
Quando entrerete in questo meccanismo sarà difficile tornare a ragionare come facevate in precedenza.
Un po’ come quando un mio professore mi disse: “Quando riuscirai a percepire certe cose che il corpo umano è in grado di trasmettere farai fatica a trattare il paziente come facevi precedentemente”.
L’equilibrio, inteso in questo senso come punto di passaggio, è ciò che intendevo dire: ad ogni cambiamento è come nascere di nuovo, come risvegliarsi.
Difficile è anche riuscire a stabilire dove siamo localizzati, ad un certo punto della vita, nello schema che abbiamo preso come riferimento. L’aspetto affascinante è proprio questo: non lo sapremo mai con precisione! Come non conosceremo mai la distanza che intercorre tra A e B, ovvero di quanto possiamo allontanarci dal disequilibrio controllato.
Questo significa che siamo obbligati a conoscere noi stessi nei minimi particolari. Ciascuno ha il suo limite ed è indispensabile convincersi che ognuno è unico ed irripetibile.
Questo è un aspetto che i medici spesso non prendono in considerazione.
Quindi conoscere noi stessi è l’unico modo che ci consente di sapere dove siamo collocati all’interno del sistema.
Posso solo dirvi: chi si trova al suo interno gode di un certo benessere mentre chi si trova al di là del range, purtroppo, deve fare “i conti” con una sorta di malessere.
In poche parole la persona o sta bene o sta male.
Non si può stare “un po’ bene” o “un po’ male”… avete mai sentito un ginecologo dire: “Signora lei è un po’ incinta”? O la è o non la è !!!
Di fronte alla domanda: “Sei felice oppure no?” quale sarebbe la vostra risposta? Sareste in difficoltà o rispondereste senza problemi?
Credo che la maggior parte di voi risponderebbe: “ Lo sono!”. Eppure passiamo molto tempo a lamentarci di ogni cosa, dalla politica alla scuola, dalla religione al vicino di casa, dal traffico alle tasse. Non va bene niente!
Allora, com’è questa storia???
Il ragionamento è questo: prendendo in considerazione uno alla volta i vari argomenti sopra menzionati per cui potremmo lamentarci, potremmo vivere situazioni più o meno negative ma finché questi non saranno la priorità nella nostra vita non ci arrecheranno nessun tipo di malessere.
Li utilizzeremo solo per poterci lamentare.
Quando uno di questi aspetti diventerà primario e la sua soluzione non sarà facilmente raggiungibile, si rischierà di perdere il controllo e ciò che sembrava banale diventerà ad un tratto fondamentale e ci farà vivere uno stato di malessere.
Prima che tutto ciò si verifichi, ci arrivano dei segnali che dovrebbero farci capire quanto la situazione contingente ci stia provocando sensazioni spiacevoli.
Ho rappresentato questa zona di preallerta appena prima dei limiti A-B
(grigio chiaro).
Ecco perché vi invito a prestare attenzione al vostro corpo, alla vostra mente, al vostro organismo ed al vostro stato d’animo: in qualche maniera stanno arrivando dei messaggi che non dovete tardare a riconoscere.
Dovete dargli un nome ed un cognome, sono vostri amici e grandi consiglieri!!!.
Ed è questo il risveglio che intendo: meditare in ogni istante per evitare il peggio.
Un minimo cambiamento o un evento inaspettato in questa fascia (grigio chiaro) può rivelarsi deleterio, può fare la differenza tra il vostro stato di benessere e quello di malessere.
In generale siamo portati ad esprimere un giudizio positivo o negativo al cambiamento in base al risultato che immaginiamo di ottenere ma questo è un errore! L’errore consiste nel considerare i cambiamenti tra A e B tutti positivi, mentre quelli oltre il range tutti negativi.
In realtà siccome niente avviene per caso, i cambiamenti che abbiamo scelto di avere e quelli che ci sono capitati ed ai quali non ci siamo potuti sottrarre, ci mettono semplicemente alla prova per farci capire quanto siamo bravi a mantenere il disequilibrio controllato o ci danno la possibilità di rientrare in carreggiata (tra A e B) per ritrovare la serenità.
In ogni caso, il cambiamento è sempre positivo indipendentemente dal punto in cui ci troviamo nello schema!
Per questo vi dico di vivere il presente, e mi riferisco non soltanto a prendere decisioni nei momenti di comprovata serenità, ma in egual misura quando ci troviamo oltre i limiti del range perché, solo vivendo il presente, si può prendere in considerazione la possibilità che abbiamo per rientrare il prima possibile in uno stato di salute migliore.
Nel malessere è inutile pensare a quanto stavamo bene ieri o a quanto potremmo star bene domani, in questo momento la priorità è quella di recuperare il disequilibrio controllato affinchè il benessere torni automaticamente. Passando troppo tempo nel malessere, poiché per la legge dell’attrazione il negativo attira il negativo, rischiamo di andare incontro ad eventi ulteriormente complicati e deleteri sotto altri aspetti della nostra vita quotidiana.
Provate! Lo schema è applicabile a tutte le situazioni della vita.