Guarire è una proporzione (Seconda parte)
La guarigione come miracoloso cambiamento della realtà
Di fronte ad una guarigione inaspettata si è soliti gridare al miracolo ma, per quanto mi riguarda, il miracolo avviene prima ovvero nel momento in cui riusciamo ad essere veramente consapevoli che esiste un flusso di energia che ci lega all’universo e che dentro di noi esiste già, a prescindere, la possibilità di guarire. Perché dico questo? Perché se io non considero tra le mie possibilità anche quella di guarire non potrò sicuramente raggiungere questo obiettivo. Questa sarà la nostra nuova realtà, quella di poter guarire! Solo grazie al fatto che l’unica cosa certa ed eterna è il cambiamento potremo ricominciare ad oscillare intorno al nostro asse alla ricerca del disequilibrio controllato. Incontreremo nuovi dubbi che ci permetteranno di conoscere ancora meglio chi siamo, intensificando la nostra forza interiore e focalizzando l’intenzione sul credere fermamente di poter raggiungere il nostro obiettivo.
Otterremo ancora una volta una nuova realtà e questo per infinite volte fino a quando ci sarà la possibilità di vivere un nuovo cambiamento.
La vera guarigione avverrà durante il continuo ripetersi di questo ciclo infinito, poiché il consolidare i fattori della proporzione porterà la persona, nel suo percorso individuale, a raggiungere quell’obiettivo che era stato prefissato e quindi a riappropriarsi della salute attraverso la guarigione.
“L’abitudine” allo star bene così come tutte le cose che sappiamo fare in maniera “automatica” deve diventare una “competenza inconscia”, deve cioè seguire come ogni apprendimento le quattro fasi che solitamente si mettono in atto (in maniera inconsapevole) e che potrete trovare spiegate nei vari testi di psicologia o di studi sui processi formativi a cui vogliate far riferimento. Ve le indico qui brevemente per farvi capire in che modo possiate modificare gli schemi mentali o le abitudini che sono state all’origine della vostra patologia, per consolidare i nuovi processi e riprogrammare quindi nuove abitudini mentali, per evitare di vanificare qualsiasi tipo di percorso terapeutico decidiate di intraprendere.
Il processo di apprendimento di una abilità avviene quindi in quattro fasi:
INCOMPETENZA INCONSAPEVOLE: non si sa fare e non ci si pone il problema di acquisire un’abilità perché non se ne conoscono l’esistenza e l’utilità (a questa prima fase ho pensato io condividendo con voi i concetti della mia teoria).
INCOMPETENZA CONSAPEVOLE: non si sa fare ma si riconosce la necessità o l’utilità di imparare un’abilità (ed è a questo punto che intendo condurvi, alla consapevolezza di poter recuperare il vostro stato di salute pur senza sapere ancora come farlo).
COMPETENZA CONSAPEVOLE: si sa fare ma il processo richiede di essere affrontato in maniera consapevole, pensando ai passaggi che il processo stesso richiede (e da qui in poi è fondamentale la vostra responsabile attivazione, la vostra consapevolezza nei confronti di un obiettivo che è solo vostro e che volete intenzionalmente raggiungere, nulla deve distogliervi dall’intento).
COMPETENZA INCONSAPEVOLE: si sa fare ed il saper fare è ormai un automatismo che non richiede particolare attenzione (è proprio in questa fase che, diventando automatico il credere nel processo di guarigione, le cose avvengono senza che voi dobbiate fare nulla perché questo accada).
All’interno di queste fasi e affinché avvenga il passaggio tra l’una e l’altra, fino all’acquisizione dell’automatismo a livello cerebrale, non dobbiamo trascurare l’aspetto emotivo perché le emozioni sono un trampolino di lancio per il raggiungimento di ogni nuovo obiettivo ovvero le emozioni positive creano un’evoluzione nel nostro stato mentale, spingono verso l’ottenimento del benessere e amplificano la nostra tendenza naturale al bene.
Per questo motivo lungo il percorso è necessario creare obiettivi minimi facilmente raggiungibili e concreti affinché si rinforzi ulteriormente il processo di autostima dell’individuo minato dalla malattia o dal malessere.
Le emozioni positive sono le prime a poter creare abitudini e sono quelle su cui è fondamentale investire per poter raggiungere il nostro scopo finale.
Per chiudere il cerchio: nello sforzo di guarire spesso ci si concentra di più sulla preoccupazione che ci deriva dalla malattia e quindi sul dolore, sulla disperazione, sul senso di impotenza (tutte emozioni negative), piuttosto che sulla nostra possibilità reale di curarla e di guarire. Questo dà modo alla malattia stessa di diventare un’abitudine mentale oltre che una realtà fisica. L’abitudine subconscia di pensare alla malattia o alla salute, esercita davvero una forte influenza e in effetti le problematiche di salute più difficili da guarire hanno, a mio parere, profonde radici nel subconscio. È da lì che devono essere un poco alla volta “estirpate” come si farebbe con un’erba cattiva, attraverso le affermazioni e le influenze della mente cosciente che può lasciare la propria impronta nel subconscio, il quale a sua volta agirà (come in un continuum) la sua influenza sulla nostra parte conscia in un reciproco influenzamento.
Vi ho raccontato quali sono le abitudini mentali e gli schemi che possono mantenere uno stato di salute e quelli che invece si verificano nella patologia. Allo stesso modo abbiamo visto i tre fattori che si devono avverare nella proporzione quando siete o volete essere in uno stato di benessere e quelli che invece utilizziamo quando siamo nel malessere o quando lasciamo che la malattia prenda il sopravvento e questo è il nocciolo della questione: in ogni caso il legame con “la giusta proporzione” del primo libro si verifica sempre e quindi i relativi collegamenti tra le due possibilità di unione delle proporzioni daranno origine nel mio immaginario al simbolo dell’infinito, quell’otto rovesciato che simboleggia, sia nella malattia sia nel benessere, il continuo ripetersi di atteggiamenti che generano realtà. Ecco perché è così difficile modificare le proprie abitudini: i vostri schemi mentali, pur negativi che siano, faranno sembrare il vostro vivere l’unico possibile (e non vi porrete nemmeno il dubbio che così non possa essere), perché inconsapevolmente starete mantenendo l’unica forma di equilibrio a voi nota seppur nella consapevolezza della vostra malattia.
Ecco perché sostengo che la proporzione si verifica ugualmente e l’immaginario simbolo trova comunque la sua chiusura in un ciclo infinito che solo la consapevolezza potrà interrompere.
Schema dell’infinito all’interno del range e fuori dal range con elencati i termini delle proporzioni
La forza interiore rispetto a quella di volontà, l’intenzionalità rispetto alla speranza dell’intervento esterno, il credere in noi stessi e nelle nostre potenzialità piuttosto che solo nell’aiuto di qualche evento miracoloso, sono davvero gli elementi essenziali che possono sostenerci nel cammino verso il mantenimento del disequilibrio controllato che ci appartiene, all’interno del nostro personale spazio di benessere, per tutto il tempo che abbiamo da vivere.